Il Molise, regione italiana incastonata nel cuore del paese, è un concentrato di storia e tradizione, noto soprattutto per il suo ricco patrimonio archeologico. I siti archeologici del Molise sono i custodi di reperti che arricchiscono la nostra comprensione della storia e delle tradizioni locali. Questo viaggio attraverso le epoche passate offre un’opportunità unica di immergersi nella ricca eredità della regione.
Tra i siti più iconici spiccano l’Anfiteatro Romano di Larino, il maestoso Castello di Bonefro e la Torre di Colletorto. Ognuno di questi luoghi non solo incarna un capitolo significativo della storia molisana ma trasmette anche l’essenza di un’epoca che ha contribuito a modellare il panorama culturale italiano.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio questi affascinanti siti archeologici, svelando le loro storie uniche e l’importanza intrinseca nel contesto della storia italiana.
1. Larino
Nel cuore di Larino, un borgo molisano ricco di storia, si nasconde un tesoro archeologico che ci trasporta indietro nel tempo, rivelando la grandezza della Larinum Romana, Tra le testimonianze più straordinarie, l’anfiteatro romano spicca come un monumento maestoso risalente al I secolo d.C. La particolarità della sua costruzione, scavata in parte nel terreno e in parte edificata verso l’alto, conferisce a questo anfiteatro un carattere unico. Curiosamente, in epoca tardo antica, l’anfiteatro, caduto in disuso, assunse una nuova funzione come necropoli, aggiungendo un ulteriore strato di mistero e storia.
Adiacenti all’anfiteatro, le terme di Larino, adornate da mosaici con motivi marini e animali, rivelano il lusso delle terme romane. La particolarità delle terme risiede nell’ipocausto parzialmente conservato, un sistema di riscaldamento che svela l’ingegnosità tecnica dell’epoca. Nell’area del foro, seppur con poche tracce degli edifici pubblici, spicca una domus con pavimenti policromi, e un giardino interno presenta un mosaico marino unico con un polipo e quattro cernie. Oltre alla bellezza sul sito, otto mosaici in totale sono stati scoperti, tre dei quali, tra i più importanti e sofisticati, sono esposti al museo civico di Palazzo Ducale a Larino.
2. Castello di Bonefro
Nel contesto urbanistico e artistico dell’abitato di Bonefro, emergono tesori artistici e storici che narrano la storia e la cultura di questo borgo affacciato su uno sperone roccioso. Il Palazzo Baronale, trasformato nel Quattrocento da un castello normanno, domina il centro storico con la sua imponenza. La storia del Castello di Bonefro ha radici antiche, risalendo al 1049 durante la dominazione normanna. Nel XIV secolo, durante il periodo angioino, il castello assunse la forma definitiva che si può ammirare ancora oggi in alcune parti dell’edificio. Circa 150 anni dopo, il castello fu trasformato in residenza baronale.Accanto a esso, la chiesa madre di Santa Maria delle Rose rivela affreschi e dipinti a olio che raccontano storie sacre e patroni locali come San Nicola di Bari. Oggi sede del Museo Etnografico di Bonefro, racchiude oltre duemila oggetti della cultura contadina, offrendo una testimonianza completa della vita popolare locale.
Bonefro, con la sua miriade di tesori artistici, si rivela come un’autentica gemma culturale, dove il passato si intreccia con l’arte contemporanea, offrendo ai visitatori un viaggio appassionante attraverso i secoli.
3. Torre di Colletorto
Passeggiare tra i vicoli di Colletorto è come fare un viaggio nel tempo. In questo borgo, le tracce del passato sono evidenti ad ogni angolo, ma nulla cattura l’attenzione come la Torre Angioina, un’imponente testimonianza del periodo angioino. Costruita come sentinella delle mura di cinta e ornata con gli stemmi della Regina Giovanna I d’Angiò, questa torre si erge nel panorama del paese. Le radici di Colletorto risalgono al 1320, conservando con orgoglio le tracce della nobile famiglia d’Angiò, chiaramente visibili negli stemmi che decorano la torre. Anche se l’anno preciso della sua costruzione è sconosciuto, si stima intorno al 1369, durante il regno di Giovanna I dal 1343 al 1382.
La storia di questo borgo è incisa anche nelle chiese, come quella di San Giovanni Battista, che offre un accesso insolito attraverso il campanile sulla piazza. Oltre alle testimonianze architettoniche, Colletorto celebra il suo passato con eventi come le “Notti Angioine”, che hanno luogo ad agosto. Durante queste serate, il paese si trasforma in un affascinante scenario medievale con sfilate in abiti d’epoca, lotterie, tornei di balestra, il palio delle oche e, come apice, l’incendio del castello a mezzanotte. Un’occasione unica per immergersi nell’attaccamento e nel sentimento della comunità verso la Regina Giovanna I d’Angiò, rinforzando il legame indissolubile tra Colletorto e la sua affascinante storia.
4. Sepino
L’antica città romana di Saepinum, oggi conosciuta come Sepino, deve il suo nome al verbo latino “saepire” che significa recintare, e infatti un tempo era utilizzato come luogo di sosta delle greggi, che appunto venivano inserite in uno spazio recintato.
Inizialmente situata sulla montagna di “Terravecchia,” Saepinum fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., spingendo la popolazione a trasferirsi nella pianura sottostante.
Il periodo d’oro di Saepinum inizia nel II secolo a.C., raggiungendo l’apice durante l’età augustea. Le strade, le porte e il Foro con la sua pavimentazione di lastroni di pietra rivelano l’organizzazione della città.
Uno degli elementi meglio conservati è il teatro, con una capienza di circa 3.000 posti, che ancora conserva sia la scena che la platea, entrambe lavorate in pietra locale. Fra il Foro e la strada, i ruderi testimoniano la presenza di una palestra, completando il ritratto di una città romana ricca di vita.
Nella parte meridionale del Foro, affiorano dettagli come una pavimentazione marmorea, resti di case, un mulino con vasche, parti della cinta muraria e la suggestiva fontana del Grifo. A breve distanza dalla città, due mausolei, dedicati ai Numisi e a Caio Ennio Marso, sorgono come monumenti silenziosi di un passato glorioso. In questo viaggio attraverso la Roma antica, Saepinum cattura l’immaginazione dei visitatori, svelando una storia che oscilla tra l’apice e il declino, unica nel suo genere nel cuore della storia romana.
5. Teatro Sannitico di Pietrabbondante
Uno dei siti archeologici più interessanti d’Italia, ma poco conosciuto, si trova nel territorio comunale di Pietrabbondante, caratteristico borgo in provincia di Isernia. Stiamo parlando del Teatro Sannitico, situato nel sito archeologico noto come Santuario Italico. Situato a oltre 960 metri di altezza, il Teatro Sannitico domina la vallata e le montagne circostanti. Il Teatro è noto per i suoi sedili con schienale in pietra ed è un monumento ben conservato risalente al II secolo a.C. Scoperto durante gli scavi del 1840, il teatro è parte di un complesso che include il Tempio Piccolo, il Teatro stesso e il Tempio Maggiore. La peculiarità di questo teatro è che, nonostante la sua antichità, è ancora utilizzato oggi per spettacoli teatrali. L’acustica straordinaria e l’atmosfera suggestiva creano un’esperienza teatrale unica. Durante le serate estive, attori di rilievo nazionale si esibiscono, regalando al pubblico una performance avvolta dalla magia del tramonto e dall’antica aura del luogo.
6. Venafro
Situata tra i maestosi massicci del Matese e delle Mainarde, Venafro è una città che offre una straordinaria fusione di antico e moderno.
Le sue origini risalgono addirittura alla Preistoria, e conserva con orgoglio la struttura urbana di epoca romana, arricchita da reperti archeologici di grande importanza.
Tra i tesori archeologici di Venafro, spiccano un antico Teatro, un Ninfeo e un Anfiteatro.
L’Anfiteatro romano, noto come “Verlasce”, situato nel centro moderno di Venafro, è in fase di restauro dopo un periodo di abbandono. Un tempo sede di stalle e depositi agricoli, questo monumento unico in Italia è destinato a tornare al suo antico splendore. Il Teatro Romano invece, situato a monte dell’ultimo decumano, è di notevoli dimensioni. Con una scena di circa 60 metri e una cavea che poteva ospitare fino a 3.500 spettatori. Benché oggi risulti abbandonato, esso testimonia la prosperità della città romana.
Nel territorio di Venafro, sono ancora visibili le tracce di un acquedotto romano lungo circa trenta chilometri, che rappresenta un’altra testimonianza dell’ingegneria romana, fornendo acqua alle ville urbane e ai terreni agricoli. Inoltre, il Castello Pandone, con le sue influenze architettoniche diverse, domina il cuore della città, mentre campanili come quelli di Cristo e dell’Annunziata si ergono imponenti nel panorama urbano. La chiesa barocca dell’Ave Gratia Plena arricchisce ulteriormente il patrimonio artistico e religioso di Venafro.
La città vanta la presenza di musei di rilievo come il Museo Archeologico, ospitato nel suggestivo monastero seicentesco di Santa Chiara, e il Museo Nazionale del Molise, collocato nel Castello Pandone. Queste istituzioni raccolgono e conservano i tesori archeologici di questa affascinante città.
7. Abbazia di San Vincenzo al Volturno
L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno è un luogo incantato, dove il tempo sembra essersi fermato a parecchi anni fa. Situata sulla riva destra del fiume Volturno, nei pressi dell’omonimo lago, in provincia di Isernia, questa abbazia è un connubio straordinario di spiritualità, fascino storico e natura incontaminata.
La sua storia affonda le radici nel XII secolo, quando i monaci benedettini trovarono rifugio in questo complesso, reso necessario dall’arrivo dei Normanni che avevano reso insicure queste terre. Tuttavia, le origini dell’abbazia, attribuite ai Longobardi, risalgono addirittura al primo secolo dopo Cristo. Queste informazioni sono giunte fino a noi attraverso il Chronicon Vulturnense, un codice redatto per difendere l’onore e il prestigio dell’abbazia dal passare del tempo. Le fonti narrano che, già in quel periodo, l’abbazia rappresentava uno dei complessi religiosi più significativi d’Europa.
Il 1832 segna un altro capitolo nella storia dell’abbazia quando un contadino di San Vincenzo, mentre piantava le vigne, fece una scoperta straordinaria. Il terreno crollò sotto i suoi piedi, rivelando una grotta che si rivelò essere una delle antiche cripte dell’abbazia. Tuttavia, fu solo nel 1979, con gli scavi promossi da una delegazione di archeologi britannici, che emerse la magnificenza di uno dei siti archeologici altomedievali più rilevanti d’Europa. Un tesoro di storia e spiritualità nascosto tra le pieghe del paesaggio molisano.
8. Isernia: La Pineta
Isernia La Pineta, un sito archeologico del Paleolitico risalente a circa 700.000 anni fa, svela i segreti dei primi popolamenti umani in Europa. Scoperto casualmente da Alberto Solinas nel maggio 1979 presso la località “La Pineta” nei dintorni di Isernia, questo luogo conserva un ricco giacimento paleontologico e archeologico, candidato nel 2006 come patrimonio dell’umanità. Estendendosi su un’area di circa 30.000 m², il sito conserva un giacimento risalente al Paleolitico e offre sia abbondanti resti faunistici appartenenti a più specie, ma anche numerosi manufatti in selce di piccole dimensioni.
I resti ritrovati in questa zona sono oggi conservati all’interno del Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia, situato nel complesso di Santa Maria delle Monache e ospita una mostra permanente che presenta reperti provenienti dal sito, con ricostruzioni del paesaggio preistorico e postazioni interattive.
Il Museo del Paleolitico è aperto al pubblico dal martedì alla domenica, offrendo un’esperienza culturale arricchita da reperti che coprono un arco temporale dal Paleolitico inferiore all’Età del Bronzo. Recentemente, nel museo è entrato a far parte dell’allestimento un dente di un bambino di Homo heidelbergensis, datato a circa 600.000 anni fa, rappresentando il più antico resto umano della penisola italiana. Questi preziosi reperti e le ricostruzioni della fauna preistorica arricchiscono ulteriormente l’offerta culturale del museo.
9. Il Tempio di San Giovanni in Galdo
Il tempio italico si trova fuori dal centro di San Giovanni in Galdo, in provincia di Campobasso. Situato in una panoramica posizione sulla valle del torrente Fiumarello, il santuario archeologico rappresenta un affascinante sito che testimonia antiche cerimonie sacre. L’area, di forma quadrangolare e racchiusa da imponenti blocchi di pietra, ospitava rituali all’aperto. Il tempio principale, di dimensioni contenute, presentava un podio elevato con cornici modanate e un dado centrale. Il lato posteriore dell’edificio, conteneva un gruppo di monete che risalgono alla prima metà del III secolo a.C.
Gli scavi attuali, coordinati da esperti internazionali, hanno riportato alla luce blocchi in calcare grigio, setti murari interni al podio del tempio e livelli di preparazione pavimentale. Ulteriori scoperte includono parti del muro di contenimento lungo il perimetro esterno del santuario. Gli scavi sono in corso, offrendo un continuo affascinante sguardo nel passato.
10. Sito archeologico di Monte Vairano
Monte Vairano, situato tra i comuni di Campobasso, Baranello e Busso, costituisce un vasto sito archeologico di circa cinquanta ettari con una ricca storia che si estende dal VI al I secolo a.C. Le prime tracce di insediamento risalgono al VI secolo a.C., evidenziando una continuità abitativa fino al I sec. a.C. Gli scavi hanno rivelato una varietà di attività economiche svolte dalla comunità, tra cui agricoltura, artigianato e commercio. La fine brusca della vita a Monte Vairano è attribuita a eventi bellici durante la Guerra Sociale nel 91-88 a.C., seguita dalla distruzione della città da parte dei Romani guidati da Lucio Cornelio Silla nell’89 a.C. Nonostante l’abbandono, Monte Vairano emerge come una testimonianza viva della storia sannita, offrendo prospettive inedite sul passato della regione.
L’archeologia in Molise offre un viaggio unico tra le pieghe del tempo. Attraverso questi luoghi affascinanti, possiamo immergerci nelle storie di popoli antichi, esplorare antiche rovine e toccare con mano la ricchezza culturale di questa regione. Il Molise, spesso trascurato dalle rotte turistiche più frequentate, rivela un tesoro di storia e cultura che attende solo di essere scoperto dagli amanti dell’archeologia e dai viaggiatori curiosi. Un viaggio in Molise è un’avventura che abbraccia il passato e ci connette con le radici di una terra ricca di bellezza e significato.